Quali sono le prossime scadenze previste da INSPIRE? Quali le norme che regolano una IDT? Quali sono gli standard per la produzione dei Metadati?
Pubblico qui l'articolo che ho scritto per l'ultimo numero della rivista GeoXperience.
Da quando la Direttiva INSPIRE per la creazione di un’infrastruttura di dati geospaziali in Europa è stata emanata nel 2007, in Planetek Italia abbiamo avviato un importante processo di adeguamento delle competenze interne e delle soluzioni tecnologiche proposte, al fine di supportare gli utenti italiani ed i nostri clienti nel cogliere quest’importante opportunità.
Già impegnati nella realizzazione dei più importanti portali cartografici italiani, abbiamo voluto contribuire alla creazione di una comunità di utenti per favorire il confronto sui temi dell'interoperabilità e delle infrastrutture di dati territoriali, per scambiarsi opinioni e condividere esperienze.
In quest’ottica vanno viste le iniziative volte a creare il Gruppo italiano d'interesse su INSPIRE: ospitato dal Portale ufficiale di INSPIRE, mira a favorire la condivisione di idee ed iniziative utili a diffondere la consapevolezza della comunità geospaziale italiana in merito a INSPIRE ed al suo recepimento in Italia.
E' un gruppo libero che ospita anche un forum a cui possono partecipare tutti i soggetti, pubblici o privati, interessati alla realizzazione dell'infrastruttura nazionale dei dati territoriali, e che sono invitati a contribuire alla discussione.
Planetek Italia a livello internazionale è anche riconosciuta in ambito INSPIRE come Comunità di Interesse per i Dati Geospaziali (SDIC, Spatial Data Interest Community) assieme ad altre SDIC ed Enti Pubblici (LMO, Legally Mandated Organisations), essendo coinvolta nella realizzazione del nuovo GeoPortale
Europeo di INSPIRE.
L'adesione all'associazione AM/FM GIS Italia (Automated Mapping / Facilities Management e Geographic Information Systems) ed all'OGC (Open Geospatial Consortium), nonché
l’impegno nella creazione del Forum Italiano dell’OGC conferma la nostra strategia di adottare standard riconosciuti a livello internazionale all’interno delle nostre attività, e l’impegno nello svolgere un ruolo propositivo per la loro adozione anche nel mercato italiano della geomatica.
Il corso di formazione: INSPIRE per la realtà italiana
La strada per l’efficace implementazione di INSPIRE a livello nazionale ed internazionale è lunga e caratterizzata da importanti scadenze da rispettare, come quella del prossimo settembre 2011 per l’operatività dei servizi di visualizzazione e ricerca.
Per aiutare gli utenti nazionali ed i propri clienti a rispettare le scadenze ed i vincoli normativi imposti dalla Direttiva INSPIRE e dalle leggi e decreti che la recepiscono in Italia, abbiamo progettato diversi percorsi formativi sul tema dell’interoperabilità, della pubblicazione e condivisione di dati su Web, sulla realizzazione di Infrastrutture di Dati Territoriali e sull’implementazione di SDI conformi ad INPIRE perché tese a rispettare la legislazione vigente.
Professionisti, i responsabili e tecnici delle pubbliche amministrazioni che vogliono specializzarsi sull’iter legislativo, sugli standard di produzione dei dati e dei metadati, sulle architetture software ed i servizi previsti dalla normativa INSPIRE possono accedere a percorsi formativi dedicati come il corso “INSPIRE per la realtà italiana”: un corso per potersi orientare e trovare la giusta risposta a tutte le domande in merito all’attuazione della direttiva INSPIRE, affinché questa diventi un’opportunità non solo un obbligo.
Questo percorso formativo, partendo dallo scenario europeo ed arrivando fino all’analisi approfondita del contesto nazionale, mira a fornire gli strumenti necessari in termini di know-how normativo e tecnico per poter implementare una SDI conforme ad INPIRE ed assolvere a tutti gli obblighi legislativi.
Non richiede competenze specifiche e prevede la disamina di casi d’uso reali a livello nazionale di adeguamento di alcune infrastrutture pubbliche ai vincoli normativi, con un approfondimento sull’attuale scenario in Italia.
La prossima edizione del corso è prevista a Bari nei giorni 13 e 14 ottobre 2011.
giovedì 30 giugno 2011
lunedì 27 giugno 2011
Come ti calcolo il consumo di suolo
Quando ho partecipato alla Conferenza degli utenti del satellite WorldView-2 a Monaco di Baviera, all'inizio del mese, ho raccontato in che modo le nuove immagini mutispettrali ad altissima risoluzione possono servire a tenere sotto controllo il fenomeno del consumo di suolo.
Per affrontare questo problema nella maniera giusta bisognerebbe mettersi innanzitutto d'accordo su cosa significa consumo di suolo, e me ne rendo conto quando parlo di questo problema con interlocutori diversi: se
una definizione abbastanza condivisa del concetto di consumo di suolo è quella di “passaggio da uno stato agricolo/naturale a uno stato urbano/artificiale/modellato dall’uomo” (Stefano Pareglio, 22 aprile 2010), non è raro che - soprattutto da parte di chi si occupa di agricoltura - quest'accezione venga usata in tutti i casi in cui le aree agricole vengono destinate ad altro uso.
Lo scorso maggio a Venezia è stato presentato un interessantissimo lavoro, proprio sul consumo di suolo, fatto dal Sistema Informativo Territoriale della Regione Veneto con l'Urban Atlas HR, la carta d'uso del suolo elaborata da immagini satellitari ad altissima risoluzione per il territorio dei comuni interessati dal "Passante di Mestre".
Come si evince dalla presentazione di Massimo Foccardi la disponibilità di un dato tematico relativo al 2007 (l'Urban Atlas prodotto nell'ambito del progetto GSE-Land da immagini satellitari SPOT5 a 2,5 m di risoluzione) ed uno del 2010 (anno di acquisizione del dato WorldView-2 sull'area del Passante di Mestre) è servita a calcolare il consumo di suolo nell'intervallo di tempo, confrontando i cambiamenti dell'uso di suolo tra i due periodi. Con un'unità minima mappabile di 0,15 ettari i risultati sono estremamente interessanti ed accurati.
Quello che ho presentato a Monaco un paio di settimane fa, tuttavia, rappresenta un ulteriore approfondimento del tema. Dopo aver prodotto l'Urban Atlas HR sul Passante di Mestre, infatti, abbiamo fornito il prodotto Preciso® Land (che ha caratteristiche analoghe) a diversi comuni e province in Italia, e nell'ambito di queste attività abbiamo messo a punto una catena di processamento dei dati molto standardizzata. In particolare l'utilizzo delle 8 bande multispettrali del satellite WorldView-2 ci ha permesso di estrarre dalle immagini satellitari, in maniera quasi automatizzata, il layer relativo alle aree impermeabilizzate (soil sealing).
Il soil sealing, secondo la definizione dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) è quella copertura del suolo dovuta alla urbanizzazione e alla costruzione di infrastrutture, in modo tale che il suolo non abbia più la capacità di svolgere gran parte delle funzioni sue proprie. Nell'immagine qua sopra si riconosce questo layer, di colore giallo, che rappresenta quel "..processo di sigillatura o impermeabilizzazione causato dalla copertura del suolo con materiali impermeabili, o comunque dal cambiamento delle caratteristiche del suolo tanto da renderlo impermeabile in modo irreversibile o difficilmente reversibile" (Legambiente, 2010).
Il layer del soil sealing è un'informazione binaria (impermeabile/no) che riusciamo ad estrarre mediante complicati algoritmi che io non sono in grado di spiegare (si tratta di oscure addizioni e sottrazioni tra bande multispettrali, ma mi nasconderò dietro il segreto industriale).
Calcolare la differenza tra le superfici impermeabili estratte da un'immagine di recente acquisizione rispetto ad un dato storico, con un dettaglio corrispondente ai 2 metri del pixel multispettrale, assicura risultati molto più accurati rispetto a quello che si ottiene confrontando i cambiamenti delle classi di uso del suolo.
Faccio un esempio: un'area in cui le superfici artificiali rappresentano soltanto il 31% del totale sarà classificata come "tessuto residenziale discontinuo e rado" in base alla legenda CORINE. A distanza di qualche anno, se nella stessa area le superfici artificiali avranno raggiunto il 49%, quell'area rientrerà sempre nella classe d'uso del suolo 1.1.2.2 "tessuto residenziale discontinuo e rado" anche se nei fatti il soil sealing è quasi raddoppiato!
Invece, come si vede dallo schema a fianco, il calcolo puntuale delle aree impermeabilizzate aiuta a capire con maggiore precisione qual è stato il consumo di suolo all'interno di un comune: se una variazione dello 0,16% dell'Indice di Consumo di Suolo (ICS) rispetto all'intera superficie comunale può sembrare trascurabile, quando si va a raffrontare con le sole superfici urbanizzate ci si accorge che il dato schizza al 3,7% in meno di 4 anni!
E' chiaro quindi quale sia il vantaggio di monitorare questi fenomeni mediante le immagini multispettrali telerilevate da satellite: la possibilità di effettuare acquisizioni ripetute nel tempo e a costi contenuti, e di usare procedure standardizzate per l'estrazione di informazioni da questi dati, permette di superare il limite di non aver mai raccolto ed elaborato finora, con sistematicità e criteri univoci, l'informazione relativa all'impermeabilizzazione dei suoli. Un confronto tra informazioni omogenee, calcolate secondo procedure standardizzate a distanza di tempo, aiuta a monitorare con grande precisione ed a costi contenuti queste variazioni.
VHR Thematic Maps from Aerospace for Regional and Provincial Urban Planning
Il tema del consumo di suolo è estremamente attuale, e lo dimostra anche la quantità di testi sul tema che iniziano ad affollare le librerie (uno che consiglio è ”Paesaggio, Costituzione e Cemento” di Salvatore Settis). View more presentations from Planetek Italia Srl
Per affrontare questo problema nella maniera giusta bisognerebbe mettersi innanzitutto d'accordo su cosa significa consumo di suolo, e me ne rendo conto quando parlo di questo problema con interlocutori diversi: se
una definizione abbastanza condivisa del concetto di consumo di suolo è quella di “passaggio da uno stato agricolo/naturale a uno stato urbano/artificiale/modellato dall’uomo” (Stefano Pareglio, 22 aprile 2010), non è raro che - soprattutto da parte di chi si occupa di agricoltura - quest'accezione venga usata in tutti i casi in cui le aree agricole vengono destinate ad altro uso.
Lo scorso maggio a Venezia è stato presentato un interessantissimo lavoro, proprio sul consumo di suolo, fatto dal Sistema Informativo Territoriale della Regione Veneto con l'Urban Atlas HR, la carta d'uso del suolo elaborata da immagini satellitari ad altissima risoluzione per il territorio dei comuni interessati dal "Passante di Mestre".
Come si evince dalla presentazione di Massimo Foccardi la disponibilità di un dato tematico relativo al 2007 (l'Urban Atlas prodotto nell'ambito del progetto GSE-Land da immagini satellitari SPOT5 a 2,5 m di risoluzione) ed uno del 2010 (anno di acquisizione del dato WorldView-2 sull'area del Passante di Mestre) è servita a calcolare il consumo di suolo nell'intervallo di tempo, confrontando i cambiamenti dell'uso di suolo tra i due periodi. Con un'unità minima mappabile di 0,15 ettari i risultati sono estremamente interessanti ed accurati.
Quello che ho presentato a Monaco un paio di settimane fa, tuttavia, rappresenta un ulteriore approfondimento del tema. Dopo aver prodotto l'Urban Atlas HR sul Passante di Mestre, infatti, abbiamo fornito il prodotto Preciso® Land (che ha caratteristiche analoghe) a diversi comuni e province in Italia, e nell'ambito di queste attività abbiamo messo a punto una catena di processamento dei dati molto standardizzata. In particolare l'utilizzo delle 8 bande multispettrali del satellite WorldView-2 ci ha permesso di estrarre dalle immagini satellitari, in maniera quasi automatizzata, il layer relativo alle aree impermeabilizzate (soil sealing).
Il soil sealing, secondo la definizione dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) è quella copertura del suolo dovuta alla urbanizzazione e alla costruzione di infrastrutture, in modo tale che il suolo non abbia più la capacità di svolgere gran parte delle funzioni sue proprie. Nell'immagine qua sopra si riconosce questo layer, di colore giallo, che rappresenta quel "..processo di sigillatura o impermeabilizzazione causato dalla copertura del suolo con materiali impermeabili, o comunque dal cambiamento delle caratteristiche del suolo tanto da renderlo impermeabile in modo irreversibile o difficilmente reversibile" (Legambiente, 2010).
Il layer del soil sealing è un'informazione binaria (impermeabile/no) che riusciamo ad estrarre mediante complicati algoritmi che io non sono in grado di spiegare (si tratta di oscure addizioni e sottrazioni tra bande multispettrali, ma mi nasconderò dietro il segreto industriale).
Calcolare la differenza tra le superfici impermeabili estratte da un'immagine di recente acquisizione rispetto ad un dato storico, con un dettaglio corrispondente ai 2 metri del pixel multispettrale, assicura risultati molto più accurati rispetto a quello che si ottiene confrontando i cambiamenti delle classi di uso del suolo.
Faccio un esempio: un'area in cui le superfici artificiali rappresentano soltanto il 31% del totale sarà classificata come "tessuto residenziale discontinuo e rado" in base alla legenda CORINE. A distanza di qualche anno, se nella stessa area le superfici artificiali avranno raggiunto il 49%, quell'area rientrerà sempre nella classe d'uso del suolo 1.1.2.2 "tessuto residenziale discontinuo e rado" anche se nei fatti il soil sealing è quasi raddoppiato!
Invece, come si vede dallo schema a fianco, il calcolo puntuale delle aree impermeabilizzate aiuta a capire con maggiore precisione qual è stato il consumo di suolo all'interno di un comune: se una variazione dello 0,16% dell'Indice di Consumo di Suolo (ICS) rispetto all'intera superficie comunale può sembrare trascurabile, quando si va a raffrontare con le sole superfici urbanizzate ci si accorge che il dato schizza al 3,7% in meno di 4 anni!
E' chiaro quindi quale sia il vantaggio di monitorare questi fenomeni mediante le immagini multispettrali telerilevate da satellite: la possibilità di effettuare acquisizioni ripetute nel tempo e a costi contenuti, e di usare procedure standardizzate per l'estrazione di informazioni da questi dati, permette di superare il limite di non aver mai raccolto ed elaborato finora, con sistematicità e criteri univoci, l'informazione relativa all'impermeabilizzazione dei suoli. Un confronto tra informazioni omogenee, calcolate secondo procedure standardizzate a distanza di tempo, aiuta a monitorare con grande precisione ed a costi contenuti queste variazioni.
lunedì 20 giugno 2011
Dietro le quinte del GeoXperience
Questa settimana sarà difficile evitarci, perché incontrerete i miei colleghi di Planetek Italia:
In tutte queste occasioni avrete l'opportunità di ritirare gratuitamente l'ultima copia, fresca di stampa, del GeoXperience: il nostro magazine semestrale che in quest'ultimo numero parla di applicazioni del telerilevamento, INSPIRE ed opportunità per la formazione.
GeoXperience Giugno 2011
Racconto un po' come siamo arrivati a produrre questo numero di giugno 2011.
Innanitutto l'editoriale doveva inizialmente essere scritto da Mariella Pappalepore, che però da quando è diventata presidente del Terziario Innovativo di Confindustria ha... aggiunto un'inebriante complessità alle sue giornate. Il magazine nel frattempo stava prendendo forma, con gli articoli sulle applicazioni dei dati di osservazione della Terra, del telerilevamento di prossimità mediante UAV e delle foto aeree. Così abbiamo deciso di dare un po' di tregua alla nostra presidentessa preferita e valorizzare un articolo che Enzo Barbieri aveva scritto sul Blog di Planetek Italia qualche tempo fa, a proposito della difficoltà di gestire dati eterogenei quando si lavora nel campo della geomatica per prendere decisioni importanti per il governo del territorio.
Eh si, in fondo chi segue le nostre attività ha già capito che gli articoli del GeoXperience altro non sono che una selezione del meglio che viene pubblicato sui nostri diversi canali di comunicazione: il sito Web, il Blog aziendale, il forum interno e naturalmente i classici comunicati per la stampa.
Viene prima l'articolo sul blog o quello per il GeoXperience? Non c'è una regola. Una volta definiti i contenuti del numero di prossima pubblicazione, tutto quello che è stato già prodotto viene ricicl... ehm... valorizzato, mentre nel frattempo i nuovi articoli vengono immediatamente pubblicati sul sito Web o sui blog per avviare il dialogo con i nostri utenti, e quando arriva il momento di andare in stampa se ne fa una sintesi e la si impagina nel magazine. Questo è il motivo per cui, nella versione scaricabile in PDF del GeoXperience, per ogni articolo c'è un link che rimanda al sito web o all'articolo sul Blog per raccogliere eventuali commenti o osservazioni.
Beh, adesso non vi resta che sfogliarlo e dirci se vi piace.
Buona lettura!
- a Roma giovedì 23, alla Conferenza degli Utenti Intergraph che ci ospita con uno stand espositivo, ci saranno Enzo e Mimmo;
- da mercoledì a venerdì partecipiamo alla Conferenza SIFET di Ancona, con le nostre soluzioni per la fotogrammetria (Mario e Valentina);
- a Bologna, il 23 e 24 giugno, partecipiamo al Workshop dell'ENEA dal titolo "Telerilevamento e Scienze della Terra" con Andrea che presenterà i risultati del progetto Morfeo per la gestione del rischio frane.
In tutte queste occasioni avrete l'opportunità di ritirare gratuitamente l'ultima copia, fresca di stampa, del GeoXperience: il nostro magazine semestrale che in quest'ultimo numero parla di applicazioni del telerilevamento, INSPIRE ed opportunità per la formazione.
GeoXperience Giugno 2011
Racconto un po' come siamo arrivati a produrre questo numero di giugno 2011.
Innanitutto l'editoriale doveva inizialmente essere scritto da Mariella Pappalepore, che però da quando è diventata presidente del Terziario Innovativo di Confindustria ha... aggiunto un'inebriante complessità alle sue giornate. Il magazine nel frattempo stava prendendo forma, con gli articoli sulle applicazioni dei dati di osservazione della Terra, del telerilevamento di prossimità mediante UAV e delle foto aeree. Così abbiamo deciso di dare un po' di tregua alla nostra presidentessa preferita e valorizzare un articolo che Enzo Barbieri aveva scritto sul Blog di Planetek Italia qualche tempo fa, a proposito della difficoltà di gestire dati eterogenei quando si lavora nel campo della geomatica per prendere decisioni importanti per il governo del territorio.
Eh si, in fondo chi segue le nostre attività ha già capito che gli articoli del GeoXperience altro non sono che una selezione del meglio che viene pubblicato sui nostri diversi canali di comunicazione: il sito Web, il Blog aziendale, il forum interno e naturalmente i classici comunicati per la stampa.
Viene prima l'articolo sul blog o quello per il GeoXperience? Non c'è una regola. Una volta definiti i contenuti del numero di prossima pubblicazione, tutto quello che è stato già prodotto viene ricicl... ehm... valorizzato, mentre nel frattempo i nuovi articoli vengono immediatamente pubblicati sul sito Web o sui blog per avviare il dialogo con i nostri utenti, e quando arriva il momento di andare in stampa se ne fa una sintesi e la si impagina nel magazine. Questo è il motivo per cui, nella versione scaricabile in PDF del GeoXperience, per ogni articolo c'è un link che rimanda al sito web o all'articolo sul Blog per raccogliere eventuali commenti o osservazioni.
Beh, adesso non vi resta che sfogliarlo e dirci se vi piace.
Buona lettura!
venerdì 3 giugno 2011
Ambiente, territorio e sostenibilità
Ho scoperto una recente pubblicazione curata dal caro Michele Munafò, che conosco da diversi anni per la sua attività in ISPRA in cui, tra le altre cose, è coordinatore del gruppo di lavoro INSPIRE.
Si tratta del libro dal titolo "Rappresentare il territorio e l'ambiente", e a quanto pare è il primo numero di una collana della Bonanno editore su Ambiente, Territorio e Sostenibilità.
Devo confessare che se il libro non mi fosse capitato tra le mani, probabilmente la quarta di copertina non mi avrebbe conquistato (ma chi l'ha scritta?!). Invece sfogliandolo ho pensato: questo è il tipico libro che chi lavora in Planetek non può non leggere. In senso lato, è una lettura che consiglio sia a chi già opera nel campo del monitoraggio ambientale che a quanti si avvicinano al settore e vogliano farsi un'idea generale di ciò che li aspetta. L'impostazione infatti è più divulgativa che scientifica, e mi sembra che gli autori dei vari capitoli (una quindicina di nomi più o meno noti nel nostro settore) abbiano fatto molta attenzione a non scadere nel tecnicismo.
Il libro si sviluppa in tre parti principali.
La prima parte racconta come si fa a conoscere e rappresentare il Territorio, e quindi spazia dalla geodesia al telerilevamento, dall'uso del suolo agli indicatori statistici, e ciò che mi piace è che tutto è estremamente attuale e concreto, come nel paragrafo in cui si parla di INSPIRE e della successiva Comunicazione SEIS ("Verso un sistema condiviso di informazioni ambientali").
La seconda parte si chiama Ambiente, ed affronta i problemi relativi alla pianificazione ed alle sue ricadute sull'ambiente, ai processi di partecipazione dei cittadini alla pianificazione (anche questo, non è attualissimo?) ed alla valutazione ambientale mediante indicatori e modelli.
L'ultima parte è dedicata agli strumenti, e quindi si parla inevitabilmente di GIS, GPS, fotogrammetria ecc.
Mi è piaciuto molto che alla fine sia della prima che della seconda parte ci siano due interi capitoli dedicati alle basi di conoscenza e fonti di dati, indispensabili per orientarsi tra le risorse a disposizione di chi si occupa di rappresentazione del territorio o di informazioni ambientali.
In conclusione, a differenza di opere simili che ho trovato in giro e che a volte sembrano un'accozzaglia di vecchi articoli rilegati assieme, questo volume ha il pregio di seguire un preciso filo logico nella presentazione dei temi e di regalare una fotografia aggiornata della situazione nazionale ed europea, a beneficio di chi si occupa di analisi territoriali ed ambientali.
Si tratta del libro dal titolo "Rappresentare il territorio e l'ambiente", e a quanto pare è il primo numero di una collana della Bonanno editore su Ambiente, Territorio e Sostenibilità.
Devo confessare che se il libro non mi fosse capitato tra le mani, probabilmente la quarta di copertina non mi avrebbe conquistato (ma chi l'ha scritta?!). Invece sfogliandolo ho pensato: questo è il tipico libro che chi lavora in Planetek non può non leggere. In senso lato, è una lettura che consiglio sia a chi già opera nel campo del monitoraggio ambientale che a quanti si avvicinano al settore e vogliano farsi un'idea generale di ciò che li aspetta. L'impostazione infatti è più divulgativa che scientifica, e mi sembra che gli autori dei vari capitoli (una quindicina di nomi più o meno noti nel nostro settore) abbiano fatto molta attenzione a non scadere nel tecnicismo.
Il libro si sviluppa in tre parti principali.
La prima parte racconta come si fa a conoscere e rappresentare il Territorio, e quindi spazia dalla geodesia al telerilevamento, dall'uso del suolo agli indicatori statistici, e ciò che mi piace è che tutto è estremamente attuale e concreto, come nel paragrafo in cui si parla di INSPIRE e della successiva Comunicazione SEIS ("Verso un sistema condiviso di informazioni ambientali").
La seconda parte si chiama Ambiente, ed affronta i problemi relativi alla pianificazione ed alle sue ricadute sull'ambiente, ai processi di partecipazione dei cittadini alla pianificazione (anche questo, non è attualissimo?) ed alla valutazione ambientale mediante indicatori e modelli.
L'ultima parte è dedicata agli strumenti, e quindi si parla inevitabilmente di GIS, GPS, fotogrammetria ecc.
Mi è piaciuto molto che alla fine sia della prima che della seconda parte ci siano due interi capitoli dedicati alle basi di conoscenza e fonti di dati, indispensabili per orientarsi tra le risorse a disposizione di chi si occupa di rappresentazione del territorio o di informazioni ambientali.
In conclusione, a differenza di opere simili che ho trovato in giro e che a volte sembrano un'accozzaglia di vecchi articoli rilegati assieme, questo volume ha il pregio di seguire un preciso filo logico nella presentazione dei temi e di regalare una fotografia aggiornata della situazione nazionale ed europea, a beneficio di chi si occupa di analisi territoriali ed ambientali.
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