Torno sul tema perché mercoledì scorso l'Agenzia per l'Italia Digitale (gestione ex DigitPA) ha pubblicato la nuova versione di un documento che merita secondo me tanta attenzione: le Linee Guida per realizzare l'Interoperabilità Semantica dei dati liberi in Italia.
Questo documento, come indicato a pag.21, è scritto per:
"...tutte le amministrazioni [...] nonché a tutti i gestori di servizi pubblici e ai soggetti che perseguono finalità di pubblico interesse [...] e tutte quelle figure professionali, sia dei soggetti prima citati sia di quelli esterni a loro supporto, in possesso di competenze tecnico-informatiche e competenze specifiche relative ai dati (ad esempio, direttori dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni, tecnici di fornitori qualificati e consulenti tecnici)".
Perché? Perché oggi si parla tanto di open data, ma questo lavoro, frutto dello sforzo collaborativo di tante persone in gamba, spiega come fare opendata in Italia. Sono linee guida, appunto: suggerimenti sulle licenze d'uso, sulla metodologia da seguire e sull'importanza dei Linked Open Data.
Lasciatemelo dire, secondo me è una lettura obbligatoria per chi opera nel nostro settore.
Linked Open Data: Linee Guida per l'Interoperabilità Semantica
Molta importanza in questo documento è giustamente dedicata ai dati territoriali del nostro Paese (fa piacere notare che a pag. 34 un nostro progetto è citato come una delle poche esperienze di rilievo in Italia che mira a rendere accessibili dati e metadati geografici come Linked Open Data) e qui veniamo al RNDT, che di questi dati ci dice se esistono, chi ce li ha, se e come li possiamo usare.
Il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali serve ad "agevolare la pubblicità dei dati di interesse generale, disponibili presso le pubbliche amministrazioni a livello nazionale, regionale e locale".
In buona sostanza il Repertorio è un catalogo che ci permette di ricercare e scoprire quali dati territoriali sono disponibili in Italia, e se esistono i relativi servizi.
Un aspetto che è ancora molto sottovalutato è che il Repertorio rappresenta il registro pubblico di tali dati, e perciò la presenza del relativo metadato nel catalogo RNDT certifica l'esistenza del dato.
Inoltre il RNDT offre, agli enti che registrano nel catalogo i propri dati, la possibilità di indicare, attraverso gli appositi metadati sui vincoli di accesso ai dati, la disponibilità degli stessi come dati liberi (Open Data) o meglio ancora come dati liberi e collegati (Linked Open Data).
Che significa questo? Che in Italia non abbiamo bisogno di inventarci l'acqua calda e creare nuovi portali per i dati geografici liberi: esiste già il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali!!!
Altre iniziative in corso che vanno in questa direzione (penso ad esempio a datiopen.it) sono meritorie perché servono a promuovere la cultura degli open data anche geografici. Penso al tempo stesso che una risorsa importante ed ufficiale come il Repertorio vada assolutamente valorizzata e sfruttata appieno.
E' sufficiente che le Amministrazioni italiane facciano il proprio dovere, visto che è previsto per legge, aggiornando il Repertorio con le informazioni relative ai propri dati, specificando chiaramente il tipo di licenza d'uso ad essi associata, e fornendo i riferimenti sui relativi servizi.
Perciò, se mi stai leggendo e svolgi le tue attività in una Pubblica Amministrazione, aiutaci ad arricchire il Catalogo dei Dati Territoriali Italiani! Il tuo Ente si deve accreditare presso il Repertorio e poi trasmettere i metadati come spiegato qui.
E ricordati di indicare la licenza d'uso dei tuoi dati!
Questo blog inserisce oggi nella sua homepage il link del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT). Assieme agli altri blogger italiani del nostro settore, desidero che RNDT entri a fare parte della “cassetta degli attrezzi” di ogni operatore della geomatica e, in prospettiva, di ogni cittadino italiano.
Aderiscono a questa iniziativa: