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giovedì 3 novembre 2011

Liguria: il disastro da satellite, in 3D

Se sei arrivato su questo post sperando di trovare qualche bella immagine colorata del disastro del Levante ligure della scorsa settimana, caschi male. Quella roba la trovi sui siti che fanno la gara a chi pubblica la foto o il video più agghiacciante.

Io mi rivolgo ai professionisti ed ai tecnici che hanno bisogno di dati aggiornati per lavorare all'analisi dei danni ed alla pianificazione degli interventi di ripristino. Sabato scorso, 29 ottobre, è stato acquisito un dato stereoscopico da satellite sull'area di Monterosso e Vernazza e relativo entroterra.
Si tratta di un dato con risoluzione di 50 cm nella banda pancromatica e 2 m per le bande multispettrali, che essendo stato acquisito in stereoscopia in un unico passaggio, consente di ricostruire lo scenario osservato in tre dimensioni, permettendo ad esempio (entro certi limiti) di calcolare volumi e studiare meglio le modifiche intervenute dopo l'alluvione.

Quest'immagine è stata acquisita grazie all'iniziativa di un gruppo di ricercatori italiani che si è subito attivato (ed ha investito) affinché programmassimo il satellite per effettuare l'acquisizione stereoscopica il più velocemente possibile. L'efficienza del sensore utilizzato, unita ad una sana botta di fortuna, che ci ha regalato un sabato mattinata luminoso e senza nuvole, hanno fatto il resto. Siamo riusciti così ad ottenere un dato di grande qualità e valore scientifico a distanza di pochissimi giorni dall'evento alluvionale.

L'efficienza dei colleghi, che sono riusciti a reperire velocemente i budget necessari per acquisire questo dato, rappresenta purtroppo l'eccezione in tali situazioni d'emergenza. L'iter burocratico per il reperimento dei fondi e per l'approvvigionamento di questi dati da parte degli Enti pubblici spesso richiede tempi che non sono conciliabili con la necessità di ottenere rapidamente una fotografia aggiornata del territorio a seguito di un evento del genere. Ritorna quindi la necessità, sempre attuale, di predisporre modalità innovative di approvvigionamento dei dati in situazioni di emergenza, mediante accordi quadro o altre forme contrattuali che possano ridurre al massimo gli sprechi e le inefficienze.

Un esempio virtuoso è rappresentato in questo senso dalla Regione Sardegna, come si può approfondire sull'ultimo numero del GeoXperience.