Quest'anno l'edizione numero 14 del corso di GIS & Telerilevamento ha riscosso uno straordinario interesse, ed aspetto di incontrare i partecipanti a Bari fra un paio di settimane per sapere quali sono state le motivazioni più forti che li hanno indotti ad iscriversi. Non che gli altri anni sia andata meno bene, in fondo l'aula l'abbiamo sempre riempita; tuttavia questa volta abbiamo ricevuto tante richieste in più, e non è escluso che organizziamo una XIV edizione BIS per accontentare tutti.
Io sospetto che quest'anno sia stata apprezzata la scelta di utilizzare per l'esercitazione sugli strumenti GIS un software libero come QGIS. Questa riflessione ha aperto una discussione interna, in Planetek Italia, sul ruolo che nei prossimi anni avranno la diffusione di software libero e di standard open (OGC).
Una visione che condivido è relativa al ruolo decisivo che, nel mercato geospaziale, possono giocare gli standard open, piuttosto che il software libero e open source, e adesso spiego il perché.
I dati sono il vero valore dei sistemi informativi, e quindi tutto ciò che consente un loro utilizzo rappresenta un elemento di valore. Gli standard, quelli definiti dall'OGC, consentono proprio di accedere a dati e servizi sui dati. Questo è valore aggiunto.
I software free invece, possono modificare lo scenario, in quanto introducono innovazione "a portata di tutti" ed in un momento di crisi come questo possono, in prima battuta, far pensare ad un impatto minore sul budget (anche se tipicamente, com'è noto, i costi prendono altre forme che sono quelle dell'acquisto di sviluppi ed assistenza..); ma quanto valore aggiunge tutto ciò?
L'accesso ai dati, ai contenuti è fondamentale. Lo dimostra il successo di Google o di Microsoft con il suo Virtual Earth, con le loro informazioni e la possibilità di sfruttare questi dati in altre applicazioni. Lo dimostra la Regione Abruzzo che durante il terremoto esponeva l'ortofoto regionale come servizio WMS. Questo è valore.
Nell'edizione di quest'anno del Corso di GIS & Telerilevamento, proprio in quest'ottica, abbiamo rinnovato profondamente i contenuti della sessione sui WebGIS e l'interoperabilità tra sistemi.
Se gli standard sono la vera svolta e, guardacaso, se abbiamo in casa una soluzione come ERDAS APOLLO che è veramente allo stato dell'arte in questo campo, in quanto implementa le ultime specifiche dell'OGC (cosa che neanche i software Open Source sempre fanno, e qui è importante sottolineare che ERDAS è membro strategico dell'OGC) allora abbiamo la possibilità di sfruttare appieno tutto il valore di cui abbiamo parlato finora.
Ci chiediamo: esiste una cultura diffusa in questo senso, o la sensibilità verso questo tema è solo di pochi smanettoni e del circolo di AMFM? Cosa si può fare per diffonderne l'utilizzo?
Il prossimo 25 giugno a Roma stiamo organizzando un ERDAS Social Meeting in cui discutere proprio di questi aspetti. Sto anche provando a trascinare un rappresentante dell'OGC che ci offra la sua testimonianza e ci racconti lo stato dell'arte a livello europeo. La partecipazione al meeting è open.. così come la possibilità di commentare questo post :-)