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lunedì 27 settembre 2010

Il gruppo italiano di interesse per INSPIRE

Su suggerimento del presidente Mauro Salvemini, con AMFM abbiamo creato il Gruppo Italiano di Interesse per INSPIRE sul portale europeo del Forum INSPIRE.

Com'è spiegato nell'home page, quest'iniziativa nasce per creare un forum, inteso come l'occasione d'incontro delle più importanti esperienze del settore, che mira a favorire la condivisione di idee ed iniziative utili a diffondere la consapevolezza della comunità geospaziale italiana in merito alla direttiva INSPIRE ed al modo in cui viene recepita in Italia. E' un guppo libero cui possono partecipare tutti i soggetti, pubblici o privati, interessati alla realizzazione dell'infrastruttura nazionale dei dati territoriali, che sono invitati a contribuire alla discussione.

Per aderire al gruppo è sufficiente essere registrati sul portale del Forum di INSPIRE, che è già di per sé una risorsa importantissima per chi è interessato all'argomento. Consiglio anche di iscrivervi alla newsletter ufficiale del Forum di INSPIRE con gli aggiornamenti sui progetti più interessanti, gli eventi e le opportunità per partecipare o semplicemente seguire le attività dei diversi gruppi di lavoro.

Ho voluto contribuire a quest'iniziativa perché credo molto nella capacità di questi strumenti di "...stimolare la partecipazione dei privati al processo decisionale, in quanto il ricorso all’intelligenza collettiva migliora la qualità delle scelte compiute dalle istituzioni" (cito dalla direttiva americana sull'open government) e di incentivare la collaborazione tra individui appartenenti al settore pubblico, privato e della ricerca, in maniera trasversale.

Presenterò il gruppo italiano di interesse per INSPIRE durante il mio intervento nella prossima Conferenza AMFM 2010, che si terrà a Roma il prossimo 5 ottobre nella ex Chiesa di Santa Marta in piazza del Collegio Romano. Il tema della conferenza di quest'anno è "Le istituzioni, la domanda, l'offerta per l'Informazione Geografica" e l'obiettivo dell'incontro è contribuire insieme - le istituzioni, il cittadino e le aziende - al progresso dell'informazione geografica nella società italiana.
Credo che una piattaforma di condivisione come quella rappresentata dal neonato Gruppo di Interesse per INSPIRE sia perfettamente coerente con gli obiettivi di questo incontro e dell'associazione AMFM.

mercoledì 15 settembre 2010

L'Intelligence Geospaziale applicata alle emergenze

Domani sarò a Taranto per partecipare al convegno sull'Intelligence Geospaziale, organizzato dall'ENEA, dove presenteremo il nostro punto di vista sul tema applicato alla gestione delle emergenze.

Abbiamo impostato la nostra presentazione sul paradigma del bounding box, ovvero sulla necessità di conoscere al volo, in caso di emergenza, se su una certa area sono disponibili dati, immagini ed informazioni territoriali, nonché strumenti di analisi, disponibili sotto forma di servizi.

Il nostro approccio si basa sull'utilizzo di webservices, per lo sfruttamento sia dei dati che degli strumenti di analisi dei dati.
L'uso di servizi Web garantisce infatti l'interoperabilità tra diversi sistemi, e può soddisfare le richieste degli utenti senza che questi debbano preoccuparsi, ad esempio, del formato dei dati, tanto per dirne una; la disponibilità degli strumenti di analisi on-line, accessibili come WPS (Web Processing Services), fa sì che tali analisi possano essere effettuate anche con dati provenienti da altre fonti, sfruttando così applicazioni diverse come componenti di un sistema più ampio.

Domani faremo l'esempio della perimetrazione delle aree alluvionate.
Quando si verifica un'emeregenza come un'alluvione sul comune di pincopallo, sappiamo che diventa critico riuscire a:
  • recuperare nel tempo più breve possibile tutte le immagini, i dati territoriali, le informazioni geospaziali (ecco la Geospatial Intelligence) già disponibili su quell'area, perché le mette a disposizione la Regione, o il Ministero dell'Ambiente, o l'ARPA ecc.;

  • contare su sistemi che consentano la condivisione rapida di nuove immagini acquisite su quell'area, da aereo, da satellite, o magari con un sensore radar;

  • sfruttare strumenti di analisi on-line che, sotto forma di Web Processing Services, possono essere utilizzati da persone sparse sul territorio che li applicano a dati provenienti da fonti diverse.
Pensiamo, ad esempio, ad un processo di classificazione che riesca ad evidenziare su un dato SAR le aree dove si evince la presenza di acqua, per la successiva quantificazione dei danni.
Questo esempio è raccontato sull'ultimo numero del nostro magazine semestrale GeoXperience, a pagina 13. Qui trovate invece l'abstract del nostro intervento di domani.

mercoledì 1 settembre 2010

Il satellite che entra in acqua

Nell'ultimo numero di GeoXperience, il nostro magazine semestrale, c'è un articolo che parla del monitoraggio delle aree costiere e dei vantaggi che offrono i dati di osservazione della Terra per questo genere di applicazioni. Se ne parla anche sul Blog di Planetek Italia.

Negli ultimi mesi abbiamo capito che un contributo importante può essere offerto anche dal satellite WorldView-2 grazie ad una delle sue inedite bande del multispettrale.
La Coastal Band, che corrisponde ad una lunghezza d'onda tra 400 e 450 nm, consente infatti di fare analisi specifiche sulle aree costierie, ed è particolarmente indicata per analisi batimetriche. Questo satellite mette infatti a disposizione informazioni praticamente nell'ultravioletto, che in fondali non troppo profondi, si dice fino anche a 20 metri (dipende naturalmente dalla trasparenza dell'acqua), permettono di monitorare aree costiere soggette a rapidi cambiamenti (si pensi alla foce di un fiume, o a quando si vuole monitorare un ripascimento sabbioso lungo la costa) con una periodicità prima d'ora impensabile.

WorldView2Quando presento le nuove applicazioni di monitoraggio costiero possibili con questo sensore, uso spesso questo esempio che fa riferimento ad un'area in Florida.
Questa a sinistra è l'immagine ottenuta nella classica composizione RGB che restituisce i colori naturali, con un'animazione che mostra come, associando in diverse maniere i colori alle 8 bande multispettrali del sensore, si possono evidenziare le caratteristiche del fondale.
(l'immagine ad alta risoluzione è qui)

Il risultato che si può ottenere classificando opportunamente il dato multispettrale è quindi una mappa che rappresenta la batimetria del fondale. La vedete qui accanto, in un esempio presentato dalla DigitalGlobe, sempre su quell'area in Florida.

E' facile immaginare il vantaggio che deriva dal monitoraggio frequente di una determinata area costiera, che grazie a questo satellite può prevedere anche un'acquisizione al mese (sempre se le condizioni meteo lo permettono).
Considerando che un dato multispettrale di questo tipo, su un'area di 100 kmq, costa al giorno d'oggi meno di 4.000 Euro, è facile immaginare che anche se dovessi fare 3 o 4 acquisizioni all'anno - sapendo che poi le informazioni relative alla terraferma le posso usare anche per il monitoraggio urbano o agricolo - i costi di tutta l'operazione sono davvero competitivi.

Per ottenere risultati ancora più accurati, si può richiedere anche un'acquisizione stereoscopica: utilizzando il classico metodo fotogrammetrico, ma sulle aree marine (!!!), si potrà ottenere anche un modello digitale del fondale (lo chiameremo Digital Bottom Model, chissà se esiste questo nome?).

E adesso un po' di risorse utili.

Chi vuole scaricare un esempio di dataset WorldView-2 può fare riferimento alla call "8 bande per Roma" che abbiamo aperto sul nostro sito web. E se qualcuno è davvero motivato ed interessato a fare uno studio su un'applicazione costiera, mi può contattare direttamente così ne parliamo.

Una volta scaricato il dato, possiamo fornire anche una licenza d'uso gratuita per 60 giorni di ERDAS Imagine Professional. Potete farne richiesta qui, e potete anche seguire l'articolo di Mario sul blog ERDAS News che spiega come usare ERDAS Imagine per lavorare con i dati WorldView-2.